sabato 12 maggio 2012

Dal feticismo alla perversione condivisa

Il mio vecchio amico Sigismondo Freud diceva che intorno ai tre anni di età capita ai nani di sesso maschile di provare emozioni forti e ambivalenti nei confronti della madre. Tra le tante, una mi sembra di ricordare fosse AMOREFOLLEINCONDIZIONATO (ma non ne sono proprio sicura) e un'altra è dettata dallo sconcertante confronto continuo con la differenza tra il suo corpo e quello della femmina che vive in casa con lui, di cui ha ogni momento sotto gli occhi le fattezze fisiche e cioè: l'assenza totale di Pillo (organo genitale maschile nominabile pubblicamente; femminile: Pilla)! Questa consapevolezza provoca nel poveretto non poche angosce: chi è costei in realtà? perchè io ce l'ho e lei no? forse mi cadrà se sto sempre con lei e le voglio così bene...o forse...sarà proprio lei a trovare il modo di eliminarlo!
 Il nano maschio combatte tutti i giorni con questi sentimenti che lo inquietano e confondono e, quindi, dovrà pur trovare qualcosa che lo rallegri, ecciti e sollazzi senza bisogno di scendere a faticosi compromessi. 
Cosa c'è di meglio, dico io, di un sano e rassicurante feticismo?!
Questo meraviglioso uomo in formato mignon si è trovato una passione che lo soddisfa come un matto e che, finchè praticata fra le mura domestiche, produce ilarità e buonumore, ma nei momenti in cui viene esportata nel mondo reale diventa un filino complicata da gestire.
Nella fattispecie, ieri al parco è successo un fatto strano che mi ha lassciata stupefatta e confusamente destabilizzata come quando le più banali vampire dei sentimenti (madri di figli adolescenti) si ritrovano immerse a leggere dei fatti più intimi e privati nei diari segreti delle loro vittime consanguinee.
A metà pomeriggio, tra una tiepida corsetta e un giro sul cavallo meccanico più grande dell'universo, c'è stato l'Incontro. Con un' eccitazione negli occhi degna di chi dopo anni a mangiare pane raffermo e acqua tiepida si ritrova di fronte ad una tavola imbandita di squisite leccornìe, Lui ha visto Lei: G. Trattasi di nano di sesso femminile di due anni più grande, compagna di scuoletta nonchè leader del gruppo di portatrici di Pilla, bionda naturale, con lo sguardo di chi la sa già molto lunga e, inequivocabile segnale di civetteria, una maglietta di Titti indosso.
I due hanno trascorso 20 felici minuti ad esibirsi in acrobatiche evoluzioni, semichiusi in un castello gonfiabile, lui che imitava lei e lei che imitava lui. Si sorridevano e si ammiccavano. Si sfidavano e si alleavano. Un continuo strazio per il cuore di mamma di ogni futurasuocera che è radicata in noi, poverette già spacciate dal destino.
Al momento del saluto, usciti dall'infernale godereccio gonfiabile, G. ha chiesto con malizia inaudita: "posso rimettergli le scarpe io?" APRITICIELO!
La morbosità del nano riguarda i piedi. I piedi, le scarpe, le calze e i calzini, lo smalto ai piedi e il pedicure in genere. Le sue vittime non hanno età, nonne navigate e bimbette ingenue non fa molta differenza per lui, l'importante è che abbiano due piedi. Su quello stesso gonfiabile, una settimana fa, mi ero vista costretta a sedare un attacco feroce di passione nei confronti di una marmocchia (un anno e mezzo scarso): dopo averle tolto i calzini, non ha resistito e ha continuato a baciarle i piedi nonostante le sue proteste. Ho dovuto tirarlo via da lei di peso, per le gambe. 

G., femmina rapace, deve averlo già carpito e con questa audace mossa l'ha definitivamente legato a sè per il resto della vita, prima vera complice consenziente di una perversione amorosa. 







3 commenti:

  1. Direi sublime...senza dubbio il mio post preferito, fino ad ora :-)

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  2. Bellissima questa, povere noi madri di maschi e future suocere, quasi sempre mal viste dalle nuore!!

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