venerdì 4 maggio 2012

Prima cotta erotica

Nelle migliori pscicoanalisi, quelle che si possono definire buoni incontri tra paziente e terapeuta, capita di riuscire a tirare fuori ricordi sepolti nella memoria  tramite qualcosa a caso che faccia da paletta.Tipo la paletta che usano i marmocchi sulla spiaggia per creare cave di sabbia sul bagnasciuga.
A volte, una paletta da spiaggia basta a tirare fuori emozioni forti, ai confini con l'hardcore.
Ieri, in un quartiere di Roma bello e maledetto che porta il  buffo nome di una coltivazione di pigne, degli operai vestiti di arancione fosforescente (tutto torna, l'eros non è un'opinione) muniti di pale scavavano il terreno. 
Ecco, è bastato quell'arancione e soprattutto quella pala a far riaffiorare nella mia mente e nel mio cuore la tempesta ormonale che scatenò la mia prima cotta puramente erotica.
Correva l'anno 1988, era maggio e il sole già scaldava la pelle e i pensieri, fuori la mia scuola media alcuni panciuti energumeni asfaltavano la strada senza maglietta. Indosso solo il pantalone fosforescente e lo scarpone antiinfortunistica. Tra loro, una visione : avrà avuto 17 anni al massimo ed era biondo e bello come Tommy dei Bradford. Sudava e puzzava di catrame da far schifo a chiunque,  ma a me no. Io lo amavo. Gli ho fatto le poste fuori scuola ogni giorno come una vera stalker (lo stile di corteggiamento si riconosce fin dalla pubertà) e lui sembrava gradire ricambiando con sorrisi a distanza di sicurezza. E' durata solo una settimana (non dovevano mica asfaltare la Salerno-ReggioCalabria) e non ho mai saputo neanche il suo nome ma è stata una meravigliosa storia di sesso immaginario, quando di sesso ancora non ne facevo, ma mi limitavo a leggerne i racconti delle altre, nei dettagli, ogni settimana in edicola su Cioè.

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