martedì 19 giugno 2012

Stanlio e Ollio mi fanno una pippa

Mancavano poche settimane a Natale l'anno scorso quando, come in un film di Stanlio e Ollio, alle sette in punto del mattino nel buio di casa mia posta al secondo piano di un palazzetto di cinque, iniziò a piovere dal soffitto.
Qualcosa di non ancora bene identificato smise di fare il suo lavoro idraulico nell'ppartamento del piano di sopra e oltre al disagio di camminare facendo lo slalom tra secchi, bacinelle, pentole e biancheria di casa varia per 3 giorni, i successivi 6 mesi abbiamo fatto finta di niente e evitato di guardare in alto dove campeggiava un intonaco che ricordava la faccia rugosa di Gianni Agnelli (pace all'anima sua che alla fine essere ricchi non dona la felicità ed è un fatto certo e dimostrato).
Ora che è arrivata la benedetta bella stagione, quella raccomandata da tutti per fare qualsiasi tipo di lavoro in casa (da buttare giù i muri a lavare le tende) è giunto il tanto atteso momento della ritinteggiatura.
Oggi il quadretto è il seguente: casa totalmente "incelofanata" e okkupata da operai di varie nazionalità, in prevalenza ciociara, alle prese con stucchi e vernici dall'odore nauseabondo; il nano che si reca a scuoletta  all'alba invece delle sue consuete 9.45 abbondanti, vestito di tutto punto ed equipaggiato con braccioli di barbapapà gonfiati e infilati perchè oggi ci sono le prove della recita nella quale lui INTERPRETA con devozione "il bimbo che va al mare" (che nel tragitto a piedi mi hanno guardato come fossi pazza anche i gatti randagi); io segregata in camera da letto, come i personaggi di quel nuovo programma trash su real time -Sepolti in casa- dove quei poveretti con disturbi psichici di vario genere finiscono per riempire, letteralmente RIEMPIRE, casa con miliardi di cose inutili che devono scavalcare per raggiungere il water!)  invasa da quadri, accappatoi, detersivi e centinaia di altri oggetti...e comunque il meglio deve ancora arrivare, se e quando riuscirò ad uscire dal mio penoso bunker,  con 46° fahrenheit percepiti all'esterno, mi aspetta un gioioso viaggio verso il litorale laziale, vestita di fresco lana con tanto di cravatta, per affrontare con esaltato senso del dovere, otto lunghe fantastiche ore pomeridiane combattendo il terrorismo a mani nude presso il Manicomio Aeroportuale di Fiumicino.
In questi casi estremi, da alscoltare rigorosamente a volume altissimo, una sola è la colonna sonora (e il video)  in grado di ridare la giusta luce agli eventi nefasti generando buonumore e leggerezza. Questa.




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