mercoledì 30 maggio 2012

La vita è un fottuto Ring

All' interno del Parco vicino a casa, dove trascorriamo la metà circa dei pomeriggi della settimana, oltre a scivoli, altalene, ghiaia in abbondanza e altre diavolerie di questo genere, c'è una giostra, qualche gioco elettronico dei più beceri (veri mangiagettoni), un cavallo meccanico gigante che suona una melodia western con tanto di urla indiane (!) e una struttura gonfiabile di 5X5 metri, ambientazione: GIUNGLA.
Mai intuizione fu più azzeccata, chi l'ha ideato deve essere stato un maledetto genio del male assoluto.
Ovviamente, data la natura wrestler del nano, non c'è volta che non ci si catapulti dentro come prima attività scelta, quando io sono ancora lì  all'entrata attonita,  rendendomi a malapena conto che ho fatto anche oggi l'ennesima cazzata di riportarlo in questo luogo di perdizione morale.
Il Ring è quadrato e molto colorato, forma rassicurante e colori classici, tutte strategie per camuffarlo da "gioco";  ma è evidente a tutti che non si tratta affatto di un gioco. 
Dentro c'è uno scivolo, anch'esso gonfiato, sul quale si disputano i Campionati Mondiali di Scivolata Acrobatica con rimbalzi, piroette e volteggi arditi.
Dato che trattasi di un buco, i nani ammessi dentro sono 6 alla volta ma il gestore è lontano e capita che le gentili accompagnatrici degli usufruitori si piazzino elegantemente a qualche metro di distanza su comode sedie di plastica giustappunto lì per essere usate dalle più fortunate e dimentichino casualmente di tirare fuori i nani allo scadere dei 15 minuti di delirio collettivo.
Io non rientro in quel gruppo di elette.
Quando c'è una lagna lagnosa, un urlo di dolore, un pianto inconsolabile o un qualsiasi altro segno di disappunto distinguibile dal frastuono generale, ci posso pure scommettere la 13esima che di mezzo c'è il mio nano. L'attacco è sempre gratuito e gioioso invito alla baruffa ludica, tipo: togliere un calzino, dare un pizzicotto e scappare via, una dolce spintarella dalla cima dello scivolo o uno sguardo felino al maschio più grande presente. Pochi purtroppo hanno l'ironia necessaria per raccogliere la sfida e godere della lotta libera e legalizzata, alcuni (rissosi seri) lo fraintendono e rispondono con minacce da adulti e botte autentiche,  molti frignano appena lui li guarda.
Un essere umano tanto fisico ed entusiasta del contatto è il soggetto più temuto da marmocchi piagnoni e nonne affette da disturbo d'ansia generalizzato e quindi la sorveglianza stretta è d'obbligo.
Mi posiziono puntualmente ai bordi del Ring, che come tutti  i luoghi di combattimento che si rispettino è circondato da finestrelle di rete di corda all'altezza delle piccole belve, che mi costringono a stare gobba tutto il tempo. 
Lungi da me intervenire, con l'intento di sedare la rissa solo in vista del sangue, mi limito a fare un' appassionata cronaca delle performance dell'atleta che seguo e di conseguenza di tutti gli altri, che me lo chiedono imploranti con lo sguardo e con la voce (che si sa che i salti e le acrobazie che li fai a fare se non c'è un adulto a guardarti e dirti bravo bravissimo eccezionale strepitoso da vero campione fuoriclasse esageratamente talentuoso unico vero super migliore dell'universo e così via sempre a salire con l'enfasi???). 
I nomi ovviamente vengono inventati sul momento e i marmocchi sembrano apprezzare quelli che li caratterizzano per l'abbigliamento (vanità infantile) : Calzini Verdi, Maglietta Rosa, Pantaloncini dell'Italia, Ben Ten, La ballerina Viola, il  76, Buffe Mollettine etc etc...Il mio nano ha ordinato di essere chiamato "Il Piccoletto".
La cosa in sè è talmente anacronistica da renderlo adorabile e io, ogni volta,  non vedo l'ora che sia il suo turno del salto Kamikaze per godermi quel sorriso soddisfatto.

venerdì 25 maggio 2012

Per correre, ma di più per Amare, devi essere bradicardico

Sfidando la mia pigrizia, ereditata geneticamente, con puntualità ogni due o tre settimane, provo ad intraprendere la gloriosa carriera del runner. 
Sempre con la stessa puntualità fallisco.
Qualche giorno fa, in uno dei miei raid perlustrativi in cerca dell'ispirazione agonistica necessaria, mi sono dedicata maggiormente al runner watching che altro non è, come nel caso del più noto bird watching, se non quell'attività passivona creata all'uopo da un voyeur professionista per fornire l'alibi perfetto alla perversione di molti.
Ebbene, oltre alle solite attempate in meno pausa agghindate di tutto punto come fossero appena uscite dalla vetrina di cisalfa, le ragazzotte sovrappeso con l'immancabile felpone strategico legato in vita a coprire il culone, e le invasate con il corpo di barbie e labbraetette appena acquistate nel reparto chirurgia plastica (imbarazzanti molto più delle prime due), ho avuto la visione che ha illuminato la mia giornata, e forse il mio futuro. Con l'incedere affannato ma sicuro, aggraziata come una fanciulla ma con la determinazione di una vera maratoneta ho visto una donna dall'età indefinibile (più di 70 e meno di 100) con una elegantissima canotta rosso sgargiante e i capelli folti e argento (non grigi ma proprio argento, brillavano!)che fluttuavano nell'aria . Ella correva. Per alcuni può essere  stato Osho, Che Guevara, John Lennon o il Dalai Lama, per me è stata "Capelli d'argento" la vera ispiratrice di una energia che giaceva sorda in fondo alla mia anima.
In questa stagione dell'anno  il richiamo della Villa al mattino diventa quasi un'esigenza fisiologica e quindi  stamattina, in un improvviso ictus di entusiasmo, con l'immagine di "Capelli d' Argento" stampata nella memoria a farmi da carburante, mi armo di tutta la mia intraprendenza sportiva e passo con un colpo di mano dalla camminata veloce alla corsetta blanda.
17 minuti. Sono durata 17 minuti. Non ne vado fiera ma ciò che ho appreso in questi 17 minuti è una consapevolezza certa di come va il jogging e il mondo intero. Forse.
Gli uomini  quando cammini per strada può capitare che ti guardino con conclamato interesse (giorni di più giorni di meno, molto dipende dall'abbigliamento: povere vittime di noi Maghe illusioniste navigate, una gonna già è un motivo sufficiente per far virare lo sguardo, il rumore dei tacchi poi provoca per strada veri e propri numeri da circo, da indire immediatamente Il Campionato Italiano del Contorsionismo)  ma sono sempre sguardi miti, stiepiditi dalla location a basso tasso erotico- davanti al giornalaio-con i nani in braccio- alla fermata del tram etc..
Ecco, al contrario, mentre  corri ti guardano con la bramosia felina dei cacciatori e c'è un motivo: il cuore.
Il cuore è un muscolo e sotto sforzo pompa il sangue ad una velocità inaudita, corre con te e batte fortissimo, all'impazzata, sudi, hai caldo, tutti sintomi dell'eccitazione sessuale. Lui, il maschio della specie, che si crede taaaanto predatore, esposto a questo tipo di stimolazione fisicoemotiva non può far altro che desiderare:  giovani vecchie belle brutte grasse magre naturali e ristrutturate. Ce n'è per tutte.
Non è certo l' Amore questo, è attrazione sessuale. Ma del resto, vuoi illuderti di poter imporre un ritmo al tuo cuore? Fantascienza.
Per Amare qualcuno (e per correre più di 17 minuti) bisogna avere buona capacità di concentrazione e sapersi dedicare completamente. 
Mi prenoto una discreta bradicardia per la prossima vita.

lunedì 21 maggio 2012

T'odio e t'amo

Succede così, senza alcun preavviso, quando stai facendo qualcosa che ti ruba i pensieri, il nano arriva e ti dice: "vieni qui che ti devo dile una cosa all'olèttio".Tu ti abbassi alla sua nanitudine, segue un' adorabile risatina e bisbiglìo con manina vicino alla bocca: "tu tèi il mio Amole".Così, Gratis.
Ed è qui che ti rendi conto che dovrai far risistemare il parquet che hai sotto i piedi o forse è definitivamente andato perchè il legno non tollera i liquidi (ancor meno quelli biologici che stai evacuando per l'emozione) e si gonfierà inevitabilmente.
Poi, nello stesso pomeriggio, a distanza di un tempo piccolissimo, mentre lo tiri fuori dalla vasca con le estremità degli arti inferiori e superiori completamente lesse, il sopraccitato, che ama fare il bagno con assoluta devozione e lo riceve come dose metadonica quotidiana, si mostra irrimediabilmente contrariato, attacca con la lagna lagnosa, ti urla AAAHHHHHHHHH dritto sul tuo stanco viso (che stoicamente tiene gli occhi ancora aperti da stamane alle ore 04:45) e proclama con disarmante sicumera: Non ti vojo nella mia casa!!!
Ambivalenza, una delle mie parole preferite in assoluto.
Dice Sigismondo che va tutto bene, è tutto normale, non la devi prendere sul personale, cioè in realtà sì ma insomma...deve andare così. Fidati.
Ambi (entrambi) Valentia (forza, capacità)  emotiva: due forze dentro di noi di pari intensità ma di valore opposto che convivono e lottano ininterrottamente, tutta la vita, senza che si annullino mai, perchè l'una necessità dell'altra per esistere e viceversa. E riguarda tutti ma proprio tutti.
Tragicamente affascinante.
Prima te ne fai una ragione e meglio è, soprattutto se hai dei nani.


mercoledì 16 maggio 2012

O.B.S. Original Blog Soundtrack


Quando hai un inaspettato colpo di fortuna e riesci a trovare il motivetto giusto, tanto frivolo quanto ritmato, accattivante e leggero, cantato nella lingua più musicale che esista da una fanciulla così adorabile, non puoi fare a meno di battezzarlo: colonna sonora del tuo Blog. 
E forse anche di alcune buone giornate, quando senti (il più delle volte incongruamente) in armonia il dentro con il fuori.

La canzoncina in questione è stata usata in modo magistrale in un episodio dell'ultima stagione della mia serie preferita ( non ancora uscita in Italia,  per descriverla come merita ho bisogno di uno o più post futuri) e da semisconosciuta che era è diventata un vero culto negli States. 
Il pazzo che l'ha resa disponibile su youtube fa durare il video dieci ore, dieci!
Forse bastava anche qualcosa in meno (!) ma l'effetto loop che regala è magico e, come in un film  horror dei più riusciti, aihmé, sento che non me ne libererò mai più.
E se fai l'errore di aprire questo video neanche tu!
Auguri

sabato 12 maggio 2012

Dal feticismo alla perversione condivisa

Il mio vecchio amico Sigismondo Freud diceva che intorno ai tre anni di età capita ai nani di sesso maschile di provare emozioni forti e ambivalenti nei confronti della madre. Tra le tante, una mi sembra di ricordare fosse AMOREFOLLEINCONDIZIONATO (ma non ne sono proprio sicura) e un'altra è dettata dallo sconcertante confronto continuo con la differenza tra il suo corpo e quello della femmina che vive in casa con lui, di cui ha ogni momento sotto gli occhi le fattezze fisiche e cioè: l'assenza totale di Pillo (organo genitale maschile nominabile pubblicamente; femminile: Pilla)! Questa consapevolezza provoca nel poveretto non poche angosce: chi è costei in realtà? perchè io ce l'ho e lei no? forse mi cadrà se sto sempre con lei e le voglio così bene...o forse...sarà proprio lei a trovare il modo di eliminarlo!
 Il nano maschio combatte tutti i giorni con questi sentimenti che lo inquietano e confondono e, quindi, dovrà pur trovare qualcosa che lo rallegri, ecciti e sollazzi senza bisogno di scendere a faticosi compromessi. 
Cosa c'è di meglio, dico io, di un sano e rassicurante feticismo?!
Questo meraviglioso uomo in formato mignon si è trovato una passione che lo soddisfa come un matto e che, finchè praticata fra le mura domestiche, produce ilarità e buonumore, ma nei momenti in cui viene esportata nel mondo reale diventa un filino complicata da gestire.
Nella fattispecie, ieri al parco è successo un fatto strano che mi ha lassciata stupefatta e confusamente destabilizzata come quando le più banali vampire dei sentimenti (madri di figli adolescenti) si ritrovano immerse a leggere dei fatti più intimi e privati nei diari segreti delle loro vittime consanguinee.
A metà pomeriggio, tra una tiepida corsetta e un giro sul cavallo meccanico più grande dell'universo, c'è stato l'Incontro. Con un' eccitazione negli occhi degna di chi dopo anni a mangiare pane raffermo e acqua tiepida si ritrova di fronte ad una tavola imbandita di squisite leccornìe, Lui ha visto Lei: G. Trattasi di nano di sesso femminile di due anni più grande, compagna di scuoletta nonchè leader del gruppo di portatrici di Pilla, bionda naturale, con lo sguardo di chi la sa già molto lunga e, inequivocabile segnale di civetteria, una maglietta di Titti indosso.
I due hanno trascorso 20 felici minuti ad esibirsi in acrobatiche evoluzioni, semichiusi in un castello gonfiabile, lui che imitava lei e lei che imitava lui. Si sorridevano e si ammiccavano. Si sfidavano e si alleavano. Un continuo strazio per il cuore di mamma di ogni futurasuocera che è radicata in noi, poverette già spacciate dal destino.
Al momento del saluto, usciti dall'infernale godereccio gonfiabile, G. ha chiesto con malizia inaudita: "posso rimettergli le scarpe io?" APRITICIELO!
La morbosità del nano riguarda i piedi. I piedi, le scarpe, le calze e i calzini, lo smalto ai piedi e il pedicure in genere. Le sue vittime non hanno età, nonne navigate e bimbette ingenue non fa molta differenza per lui, l'importante è che abbiano due piedi. Su quello stesso gonfiabile, una settimana fa, mi ero vista costretta a sedare un attacco feroce di passione nei confronti di una marmocchia (un anno e mezzo scarso): dopo averle tolto i calzini, non ha resistito e ha continuato a baciarle i piedi nonostante le sue proteste. Ho dovuto tirarlo via da lei di peso, per le gambe. 

G., femmina rapace, deve averlo già carpito e con questa audace mossa l'ha definitivamente legato a sè per il resto della vita, prima vera complice consenziente di una perversione amorosa. 







giovedì 10 maggio 2012

Congiunzioni astrali multiple anche dette Sfighe

Uscire con i bambini, si sa, è un' impresa tutt'altro che semplice, a tratti destabilizza il tuo corpo e la tua psiche. A volte è anche peggio.
Se omettiamo il fatto che, da brava mamma giovane e dinamica, tendi a volerti necessariamente inventare ogni giorno un passatempo diverso per il tuo piccolo e che lui/lei, nella stragrande maggioranza dei casi, ti annuncerà che oggi voleva assolutamente fare qualcosa di DIVERSO da ciò che hai organizzato, per il resto è un vero massacro.
I pochi idilliaci secondi in cui , all'uscita di scuola (o come si usa chiamarla dalle mie parti "scuoletta" dato che si vocifera io sia le Reginetta del diminutivo-vezzeggiativo), c'è il famigerato ricongiungimento familiare, sono, forse, gli unici ad essere scevri da imprevisti,lamentele,musilunghi,proteste,scioperi della deambulazione vari.
Un abbraccio passionale e più baci appiccicaticci sembrano sempre preannunciare intesa e buonumore, ingredienti fondamentali per trascorrere serenamente insieme le ore a seguire. Ma no. Inutile illudersi che quello di quei pochi istanti sarà il clima del tuo pomeriggio. 
In alcuni giorni, la complicata congiunzione astrale che si abbatte sugli eventi in cui sei coinvolta inviterebbe chiunque a rinunciare e tornare, coda fra le gambe, verso casa, ma invece il più delle volte, la tendenza autodistruttiva della mamma coraggio ti spinge a proseguire per portare a termine il progetto iniziale; come se da questo dipendesse la salvezza tua, dei tuoi figli, e dell'umanità intera.
E quindi a me, l'altro ieri, non è bastato perdere un prezioso quarto d'ora dentro l'asilo del nano a cercare le chiavi della macchina (ricomparse infine magicamente nella borsa), fare l'errore madornale di concedere un ovetto di cioccolata da mangiare, senza rigida supervisione, seduto sul seggiolino nuovo di zecca (trasformato dopo l'evento mangereccio in un lurido vecchio oggetto degno di una discarica), arrivare al benzinaio già accaldata dalle temperature equatoriali che registrava la mia auto dopo ore sotto il solleone, e dopo aver fatto fare carburante al tizio (accaldato pure lui dalla divisa, che una tuta da pilota di formula uno è più fresca) cercare, come una in preda alle convulsioni, il portafogli dentro a: borsa di prima, zainetto di scuoletta, zaino con kit di sopravvivenza per i pomeriggi fuori casa; sotto: il giacchettofoulardimpermeabile mio e del nano; sul sedile e sotto il sedile. A  ripetizione e in ordine sparso."Oddio, mi scusi...abito qui vicino..che faccio le lascio un documento?ehm...ma non ce l'ho un documento, li porto nel portafogli.che faccio? le lascio il bambino?" ahahah con smorfia di imbarazzo che vuole simulare invece un sorriso da battutone. 
Lui si fida, o fa finta di farlo.
E quindi, nell'ordine: torna indietro fino a casa, parcheggia davanti il passo carrabile, slaccia il nano dall'ignobile seggiolino, portalo in braccio fino sù. E poi, prendi il portafogli che era rimasto ovviamente nel carrello rosa fosforescente della spesa usato la mattina del giorno stesso, cambia la tettarella del biberon  (rigorosamente di acqua che pittica) che sta bevendo tuo figlio, perchè:"mammamammamammamammamelocambimammamammamelocambimammamamma...", scendi le scale, sempre con figlio accollato addosso e, mentre stai per riaggangiarlo nel sudicio seggiolino, lui, con un tempismo che gli invidierai tutta la vita, ti dice: "mamma... CACCA!".
Tutto questo non è bastato, e neanche le sfighe successive. Ho proseguito veso il mio obiettivo come un devoto kamikaze e, orgogliosa di me, sono riuscita infine a portarlo dove ha poi dimostrato di non avere nessun interesse ad andare.
 

martedì 8 maggio 2012

vendetta

shopping
Questa, in quanto a cattiveria e realismo, se la batte con la scena madre di un film memorabile, culto di ogni adolescente che abbia avuto un cuore. La strafiga, ma anche molto prostituta Julia Roberts che si imbatte nelle odiose commesse di Rodeo Drive a Beverly Hills.
Nel film, il sempreroe, noto col nome di Riccardo Gere, riscatterà l' onore e la bellezza della Dea roscia, sfoderando carte di credito a destra e a manca per rifarle un guardaroba anni '80 di tutto rispetto, spalline e pois compresi; poi lei, per non farsi mancare proprio nulla, rientrerà nel negozietto delle arpie tronfia di superbia e di pacchi, guardandole dall'alto (è proprio il caso di dirlo vista la statura da pennellona della suddetta) al basso e sfodererà l'indimenticabile frase :"BELLO SBAGLIO"!
Ora io, come lei, al termine del tormentato percorso  intrapreso che mi porterà infine al mio peso ideale, entrerò in un negozio del centro molto ma molto fighettino, di quelli che già a guardare la vetrina capisci che non avranno nulla sopra la taglia 40, e piena di buste logate delle migliori boutique di Roma (piùrealismopiùrealismo: di qualche negozio dove so che hanno proprio gli abiti che piacciono a me!) con aria sdegnosa, alla domanda :"posso aiutarla?" sfodererò il mio: "no grazie, ho già aquistato dove si respirà più simpatia, anche nei confronti delle sweet sizes!!!!!"
Ps: ma io sarò magra eh!!!

lunedì 7 maggio 2012

Sregolato fancazzismo

Domenica di maggio mestamente uggiosa.
Prescrizione:ACCHITTARSI SAPIENTEMENTE UNO SREGOLATO FANCAZZISMO.
Ingredienti:
-Tutone da casa e calzini antiscivolo.
-La digestione lenta di un pranzo complesso ma non troppo, l'ideale in assoluto sarebbe "la domenica tutti a mangiare da nonna" -nella maggior parte dei casi è già sufficiente da mamma- con almeno un primo piatto ben condito, un secondo di carne e due contorni, pastarella e caffè; il bicchiere di vino rosso aiuta.
-Un divano molto comodo che assolva funzione di cuccia ( con o senza copertina a seconda della temperatura esterna percepita. io la necessito).
-Un laptop di piccole dimensioni da posizionarsi addosso che provvederà altresì a scaldare artificialmente la parte del corpo ( in preferenza la pancia da sdraiati e cosce da semi sdraiati) sulla quale verrà poggiato.
-Telefono cellulare e cordless di casa nelle immediatissime vicinanze delle mani.
-Un certo numero di alimenti che in altre occasioni vengono considerati totalmente inavvicinabili per grassi e calorie, abbinati tra loro in maniera sconsiderata, esempi di menù: cioccolato fondente in scaglie, popcorn  caldi salati (anche quelli fatti in busta col microonde in questo caso sono accettati), bibita gassata- oppure- noccioline e pistacchi, tacos e cioccolato caldo ciobar con panna montata del supermercato. Un vero tripudio di ignobili deliziose schifezze.
Il tutto ovviamente ha bisogno dell'illuminazione giusta che è solo e unicamente quella grigio naturale diffusa proveniente dalla finestra, e della colonna sonora più adatta e cioè un simpatico quanto indispensabile programma poco impegnativo della domenica pomeriggio ( escluso Alle falde del kilimangiaro che è bello e interessante quel tanto che basta a distrarre dal torpore).
Ecco. Perfetto.
Penose allucinazioni di una poveretta privata di zuccheri e carboidrati da ormai quasi un mese e che ha trascorso questa domenica pomeriggio a lavorare.
Salute

domenica 6 maggio 2012

Dal profondo del mio cuore, un piccolo presente per tutti i miei amici che in questi giorni si accingono ad organizzare le tanto attese vacanze estive.
Un altro anno in campeggio.
Auguri.



venerdì 4 maggio 2012

Prima cotta erotica

Nelle migliori pscicoanalisi, quelle che si possono definire buoni incontri tra paziente e terapeuta, capita di riuscire a tirare fuori ricordi sepolti nella memoria  tramite qualcosa a caso che faccia da paletta.Tipo la paletta che usano i marmocchi sulla spiaggia per creare cave di sabbia sul bagnasciuga.
A volte, una paletta da spiaggia basta a tirare fuori emozioni forti, ai confini con l'hardcore.
Ieri, in un quartiere di Roma bello e maledetto che porta il  buffo nome di una coltivazione di pigne, degli operai vestiti di arancione fosforescente (tutto torna, l'eros non è un'opinione) muniti di pale scavavano il terreno. 
Ecco, è bastato quell'arancione e soprattutto quella pala a far riaffiorare nella mia mente e nel mio cuore la tempesta ormonale che scatenò la mia prima cotta puramente erotica.
Correva l'anno 1988, era maggio e il sole già scaldava la pelle e i pensieri, fuori la mia scuola media alcuni panciuti energumeni asfaltavano la strada senza maglietta. Indosso solo il pantalone fosforescente e lo scarpone antiinfortunistica. Tra loro, una visione : avrà avuto 17 anni al massimo ed era biondo e bello come Tommy dei Bradford. Sudava e puzzava di catrame da far schifo a chiunque,  ma a me no. Io lo amavo. Gli ho fatto le poste fuori scuola ogni giorno come una vera stalker (lo stile di corteggiamento si riconosce fin dalla pubertà) e lui sembrava gradire ricambiando con sorrisi a distanza di sicurezza. E' durata solo una settimana (non dovevano mica asfaltare la Salerno-ReggioCalabria) e non ho mai saputo neanche il suo nome ma è stata una meravigliosa storia di sesso immaginario, quando di sesso ancora non ne facevo, ma mi limitavo a leggerne i racconti delle altre, nei dettagli, ogni settimana in edicola su Cioè.

giovedì 3 maggio 2012

Why Camelia?

Stasera , dopo cena, me ne stavo buona buona in panciolle sul divano (panciolle è veramente da vecchio con l'ascot fantasiadicachemere però ci sta parecchio bene, dà l'idea del gatto acciambellato) con il mio tazzone di tisana "amaracomeilfielemadicechefatantobene" in mano, illuminata dalla sola lucetta biancobluastra del pc, quando, nel silenzio si sente quel suono. Quel "pèpe pèpe" che riesce ad essere produttore di allegria e di allarme nello stesso momento, familiare come pochi altri suoni ma che genera sempre l'effetto sorpresa: è arrivato un messaggio!
Riporto testualmente: "Ciao Bella, i want to congratulate you for your blog...so cute... you're right: the American girls with chubby bare feet are really sexy!! However, no more talk, i have an important question for you: me and Michelle, at dinner, we asked ourselves: why Camelia? kisses Barack".
Ora, succede  troppo spesso che Barack mandi questi sms la sera sul tardi, forse la sua giornata finisce (finisce?) molto dopo che io vada in modalità standby, ma questo non è un motivo sufficiente per importunare le persone nella pace della loro dimora ad orari inaccettabili! in più cercando di arruffianarmi con facili complimenti (lo sanno tutti che il piede grassoccio fa accendere le passioni più sfrenate) per poi sfoderare quesiti impertinenti. No, è giunto il momento di porre un limite a questi  individui che non conoscono i principi elementari dell'educazione! Mi ergo a paladina del bon ton e  decido di non rispondere.
Domani, con calma, verso metà mattinata magari gli faccio uno squillo e gli spiego che se ci vuole capire qualcosa del mio Nome si deve prima leggere L'eleganza del Riccio, che, detto tra noi, hanno letto davvero tutti,  pure i gestori del negozio cinese sotto casa mia. cinesi.
 E poi, forse, ne riparliamo...



mercoledì 2 maggio 2012

La sensualità è fosforescente

 Vivere a Roma è un'esperienza a tutto tondo. Ai suoi abitanti la città regala più di uno spettacolo, specialmente in questa stagione quando le temperature miti spingono orde di turisti a denudarsi pubblicamente per le vie del centro. 
Ed il mio focus diventa uno solo.

 Simpatica ragazzotta americana, con i tuoi capelli sempre goffamente legati troppo in alto sulla testa come se fossi appena uscita dalla doccia, i tuoi microabiti/microshorts/microtop che sembrano rubati dall'armadio della sorellina minore, le tue morbide spalle e le tue cosce grassocce e bianchelatte esposte ai pericolosi raggi UV devastati dallo smog cittadino, la tua bottiglia di evian sempre in mano(che oramai sarà brodaglia) dove te ne vai? sembri sempre in ritardo, sempre intenta a raggiungere un fantomatico appuntamento, forse con qualche baldanzoso rimorchione italiano? La tua amica dalle evidenti origini asiatiche (ma con passaporto rigorosamente USA), essendo più minuta per ovvie ragioni etniche, fa fatica a tenere il tuo passo ma riesce ugualmente a schivare buche e sanpietrini sconnessi durante il percorso. Questo, e molto altro ancora, è il tuo viaggio:in 17 gg ti fai tutta l'Europa! Complimentoni a tutti!
 

Ebbene, tutto ciò è già abbastanza, quando ti incontro a campo de' fiori o per le vie dietro Piazza Navona, per costringermi a tenere il mio sguardo su di te più del socialmente accettato, se poi non riesco a trattenermi e abbasso gli occhi sui tuoi piedi...allora lì scatta l'apoteosi.
I tuoi piedi dalle dita tozze e ombrati dall'asfalto calzano immancabilmente infradito da piscina o, nei casi di maggior senso estetico di bamboo e sono gonfi dalla giornata passata a camminare sotto il sole come una profuga, eppure, quello smalto fosforescente, portato con tanta inconsapevole disinvoltura, fa di te il mio personale modello di sensualità. La leggerezza che è a volte innata nelle "buffe" dona loro una luce sexy che è realisticamente impossibile ricreare artificialmente. ma neanche se ti impegni molto.

Parliamoci chiaro, io, con i miei jeans stirati, le scarpette da ginnastica allacciate, la piega ai capelli e il trucco adatto alla passeggiata pomeridiana (perchè ovviamente c'è un trucco giusto per ogni occasione! ndr) al tuo confronto ispiro sesso quanto un'educanda di un monastero dell'ottocento; perversioni a parte, s'intende.